E quindi il mio è più una ricerca del vademecum per la gestione della situazione
uh ma che bella frase...richiede una attenta analisi, perchè sposta il nocciolo della discussione, in qualche modo: come gestire le situazioni con i figli, come rapportarsi con loro di fronte agli elementi della società oggi considerati pericolosi. oggi sono i videogiochi e il rischio di una mancata attività sociale che è foriera di esperienze: seppur in qualche modo il nuovo modo di "giocare" ci metta in comunicazione con altre persone, non sarà mai come nella realtà, dove c'è il contatto vis a vis e non ci si può nascondere o farsi grande dietro alla sicurezza di una tastiera e un monitor.
ma domani, quando il figlio crescerà, saranno le cattive amicizie, i cattivi ragazzi se è una femminuccia, la canne, le discoteche e via dicendo. ora noi siamo la generazione che ha vissuto questa esplosione di "esternalità negative" per la società (per il concetto di esternalità, chi non lo conoscesse legga
qui), e tutti, chi più chi meno ha avuto a che fare con queste "devianze". di alcune ne abbiamo addirittura goduto a lungo, almeno parlo per me. di altre ne godiamo ancora, e ci piacciono e rispetto al sentire comune. Non le consideriamo neanche esternalità negative, ma piuttosto positive.
I videogiochi, che ormai sono sulla bocca di tutti, ne sono un fulgido esempio. Dalle polemiche per i giochi violenti (gta, rule of roses, manhunt), all’annosa questione della socialità e dell’alienazione di cui ho già accennato passando per il rischio di “usare” il videogioco come mezzo per avere il proprio tempo a discapito del tempo che dobbiamo dedicare ai nostri figli (anche se un figlio io ancora non ce l’ho.. ), i videogiochi sono diventati parte di quella panacea di tutti i mali che spesso fa comodo tirare fuori per dare risposte superficiali a problemi complessi.
Io credo invece che il videogioco può essere addirittura utile: stimola la mente, ci mette nelle condizioni di infilarci in situazioni che non potremmo mai provare nella vita reale, aguzza il nostro ingegno, ci mette a confronto con altre persone, ci da una misura del concetto di vittoria e sconfitta, ci insegna che non si può sempre vincere, ci insegna a perdere.
Ico è una bellissima favola, elefunk ti fa aguzzare l’ingegno, echochrome sviluppa il nostro colpo d’occhio, wipeout sviluppa i nostri riflessi, beyond good and evil ci da una chiara distinzione tra bene e male, tra giusto e sbagliato (in questo, devo dire, i nostri amici giapponesi sono molto più bravi; i giochi europei \ americani sono molto spesso più confusi, come la realtà, più adatti ad un pubblico adulto se vogliamo).
Allora, per tornare al vademecum, sono i nostri principi che regolano la questione, sono i cardini che fanno di noi le persone che siamo, le esperienze che abbiamo vissuto che ci portano a fare delle scelte in merito all’educazione. Io credo di poterli così riassumere, per quanto mi riguarda:
-Un genitore è un genitore, e non un amico. Sebbene possa essere forte il desiderio di essere visto agli occhi del figlio come tale, non bisogna mai dimenticare il ruolo di educatore
-Da sopra ne discende la consapevolezza di dover spesso metterci in contrapposizione ai nostri figli, obiettare, negare, mediare, senza mai cadere nella tentazione dell’accondiscendenza
-Nel momento in cui si rende necessario ciò, mai passare per l’imposizione, ma cercare sempre di spiegare quali sono i principi che ci guidano. Motivare, parlare, cercare di fa comprendere. Non sarà sempre possibile, ma ci mette nella condizione di far riflettere il “pargolo”
-Essere coerenti. Questo lo ritengo un punto fondamentale. Dare sempre l’idea che nella vita la coerenza è tutto. Atteso che coerenza non vuol dire strenua difesa dei nostri errori, una volta che essi siano riconosciuti come tali, la coerenza da l’idea di un percorso, di una strada che si sceglie sulla base di uno o più principi. E visto che l’emulazione del genitore è un fattore importante nei primi anni di vita di un bambino (penso almeno alla prima decade, se non alla prima quindicina, prima della fase di “rivolta” generazionale), la fermezza e la convinzione nel seguire gli stessi principi che si vogliono trasmettere infonde sicurezza nelle scelte.
-I bambini sono delle spugne. Apprendono, sono curiosi, vogliono scoprire un mondo che ai loro occhi è nuovo, affascinante, pieno di sorprese (non riesco mai a dimenticare la sorpresa di mio nipote nell’apprendere che per avere luce o buio si spinge un bottone… ). Sta al genitore mantenere sempre vivo questo interesse, stimolando i figli con tutto ciò che di bello il mondo ci offre. Natura, paesaggi, città, viaggi, animali, cultura, libri, favole, amichetti, scienza, giochi come il meccano, videogiochi educativi, pallone, nuoto, sci, snowboard, chitarra, piano….e chi più ne ha pù ne metta…
Ci sarebbe altro da dire, ma non voglio diventare più prolisso di quanto non abbia già fatto…..a voi la palla, friends…