Roma, anni 70. Libano (Pierfrancesco Favino), Dandi (Claudio Santamaria) e Freddo (Kim Rossi Stuart) tre amici d'infanzia nonchè criminali della malavita romana, si ritrovano insieme all'uscita dal carcere dopo gli anni della gioventù. Essendo alle prese con problemi econimici decidono di organizzare un sequestro di persona con relativa richiesta di riscatto a danno di un facoltoso Barone. Durante la prigionia Libano uccide l'ostaggio ma la banda riesce comunque ad ottenre il riscatto. Al momento della spartizione del denaro però, il capobanda Libano propone di dividere solo una parte del denaro in parti uguali per tutti e di lasciare il rimanente da parte per investirlo nel traffico di eroina....
Dandi: "'nsomma Libano, sta base ce serve pe fà che?»
Libano "«Pe' pijasse quello che se volemo pijà tutti.»
Dandi "E che se volemo pijà tutti?»
Libano "«Roma».
Dandi "Se vabbè..."
Libano " Ma ve sete visti...? Li distruggiamo, li famo a pezzi.."
Da quel momento formeranno quella che ancora oggi è ricordata come tra le più sanguinose bande della storia della criminalità italiana: la banda della magliana che affonda le sue radici oltre che nella malavita romana degli anni settanta, anche in casi di cronaca conosciuti a livello nazionale come il rapimento di Aldo Moro o la strage di Piazza Fontana a Bologna (nel film ci sono espiciti riferimenti ad entrembe i casi). Nel plot narrativo veniamo a conoscenza anche di altri componenti della banda:
IL NERO (Riccardo Scamarcio): killer spietato che non vuole conoscere il nome delle sue vittime
CIRO BUFFONI (Antonello Fassari): si vede poco nella vita della banda ma è uno dei pezzi grossi
BUFALO (Francesco Venditti): nel film viene definito "un ragazzo agitato", uno psicopatico dal grilletto facile
Sulle tracce della banda si mette il commissario Nicola Scialoja (Stefano accorsi) che grazie all'aiuto di una prostituta, la donna del Dandi, Patrizia (Anna Mouglalis) riesce a mettere il naso nella vita della banda.
Il film si divide in tre parti che prendono il nome dei tre protagonisti principali.
Nè "IL LIBANO" vediamo come prende vita l'organizzazione criminale, come si arricchisce e come si estende talmente tanto da avere legami con altre organizzazioni Criminali tipo "Cosa nostra" rappresentata dallla figura di "Zio Carlo". E' l'ambizione del Libanese, desideroso di allargare sempre di più i suoi affari, il motore principale della banda nei suoi primi anni di vita
Morto Libano, ucciso per un conto non saldato dopo una partita a poker, le redini passano in mano a FREDDO. In questa fase del film la banda fa di Roma un lago di sangue spinta dal desiderio di Vendetta di Freddo per la morte dell'amico. Il neo-capo non esita nemmeno a uccidere uno dei suoi "fratelli" di carcere, Aldo Buffoni, fratello di Ciro, quando viene a sapere da Dandi che sottraeva di nascosto la droga dalla banda. Nella vita di Freddo nel frattempo, è entrata anche una donna, Roberta (Jasmine Trinca), che fa ripetizioni al fratello a Gigio, il fratello di Freddo. Tra i due nasce l'amore e decidono di scappare all'estero insieme. Ci sarebbe altro da dire ma non mi dilungo per coloro che vorranno vedersi il film..
Nell'ultima parte, quella che vede come capo il Dandi, si nota come la banda sia più ragionatrice e meno sanguinaria. Liberatasi dalla leadership omicida di Freddo, l'organizzazione è uscita dalla strada, vive in apparttamenti di lusso tra agii e champagne. Patrizia non fa più la prostituta ed è a tutti gli effetti la donna di Dandi anche se innamorata del commissario Scialoja. Quest'ultimo, nel frattempo ha trovato la collaborazion di un pentito, "Il sorcio" che fa conoscere alla polizia tutta la strutturazione della banda e permette al commissario di arrestarne tutti i componenti, fatta eccezione per il Dandi...
Il finale è tutto da vedere credetemi...
Nella pochezza del cinema italiano, un film da avere assolutamente in casa
Cast:
LIBANO : Pierfrancesco Favino
DANDI : Claudio Santamaria
FREDDO: Kim Rossi Stuart
NICOLA SCIALOJA: Stefano Accorsi
PATRIZIA: Anna Mouglaglis
ROBERTA: Jasmine Trinca
REGIA: MICHELE PLACIDO
CURIOSITA': Libano, Dandi e Freddo sono tre nomi di finzione cinematografica ma sono accostabili ciascuno a: Franco Giuseppucci detto "Er Negro", Enrico de Pedis detto "Renatino" e Maurizio Abbatino detto "Crispino".
La scena del sequestro e uccisione del Barone Rosellini riprende quello del duca massimiliano grazioli lante della rovere, che però finirà male. Per l'inesperienza nel campo, Giuseppucci e gli altri non riescono a gestire la situazione e devono chiedere aiuto ad un altro gruppo criminale (una piccola banda di Montespaccato), un componente del quale, per distrazione, si fa vedere in faccia dal duca, che per questo verrà ucciso.
Dandi: "'nsomma Libano, sta base ce serve pe fà che?»
Libano "«Pe' pijasse quello che se volemo pijà tutti.»
Dandi "E che se volemo pijà tutti?»
Libano "«Roma».
Dandi "Se vabbè..."
Libano " Ma ve sete visti...? Li distruggiamo, li famo a pezzi.."
Da quel momento formeranno quella che ancora oggi è ricordata come tra le più sanguinose bande della storia della criminalità italiana: la banda della magliana che affonda le sue radici oltre che nella malavita romana degli anni settanta, anche in casi di cronaca conosciuti a livello nazionale come il rapimento di Aldo Moro o la strage di Piazza Fontana a Bologna (nel film ci sono espiciti riferimenti ad entrembe i casi). Nel plot narrativo veniamo a conoscenza anche di altri componenti della banda:
IL NERO (Riccardo Scamarcio): killer spietato che non vuole conoscere il nome delle sue vittime
CIRO BUFFONI (Antonello Fassari): si vede poco nella vita della banda ma è uno dei pezzi grossi
BUFALO (Francesco Venditti): nel film viene definito "un ragazzo agitato", uno psicopatico dal grilletto facile
Sulle tracce della banda si mette il commissario Nicola Scialoja (Stefano accorsi) che grazie all'aiuto di una prostituta, la donna del Dandi, Patrizia (Anna Mouglalis) riesce a mettere il naso nella vita della banda.
Il film si divide in tre parti che prendono il nome dei tre protagonisti principali.
Nè "IL LIBANO" vediamo come prende vita l'organizzazione criminale, come si arricchisce e come si estende talmente tanto da avere legami con altre organizzazioni Criminali tipo "Cosa nostra" rappresentata dallla figura di "Zio Carlo". E' l'ambizione del Libanese, desideroso di allargare sempre di più i suoi affari, il motore principale della banda nei suoi primi anni di vita
Morto Libano, ucciso per un conto non saldato dopo una partita a poker, le redini passano in mano a FREDDO. In questa fase del film la banda fa di Roma un lago di sangue spinta dal desiderio di Vendetta di Freddo per la morte dell'amico. Il neo-capo non esita nemmeno a uccidere uno dei suoi "fratelli" di carcere, Aldo Buffoni, fratello di Ciro, quando viene a sapere da Dandi che sottraeva di nascosto la droga dalla banda. Nella vita di Freddo nel frattempo, è entrata anche una donna, Roberta (Jasmine Trinca), che fa ripetizioni al fratello a Gigio, il fratello di Freddo. Tra i due nasce l'amore e decidono di scappare all'estero insieme. Ci sarebbe altro da dire ma non mi dilungo per coloro che vorranno vedersi il film..
Nell'ultima parte, quella che vede come capo il Dandi, si nota come la banda sia più ragionatrice e meno sanguinaria. Liberatasi dalla leadership omicida di Freddo, l'organizzazione è uscita dalla strada, vive in apparttamenti di lusso tra agii e champagne. Patrizia non fa più la prostituta ed è a tutti gli effetti la donna di Dandi anche se innamorata del commissario Scialoja. Quest'ultimo, nel frattempo ha trovato la collaborazion di un pentito, "Il sorcio" che fa conoscere alla polizia tutta la strutturazione della banda e permette al commissario di arrestarne tutti i componenti, fatta eccezione per il Dandi...
Il finale è tutto da vedere credetemi...
Nella pochezza del cinema italiano, un film da avere assolutamente in casa
Cast:
LIBANO : Pierfrancesco Favino
DANDI : Claudio Santamaria
FREDDO: Kim Rossi Stuart
NICOLA SCIALOJA: Stefano Accorsi
PATRIZIA: Anna Mouglaglis
ROBERTA: Jasmine Trinca
REGIA: MICHELE PLACIDO
CURIOSITA': Libano, Dandi e Freddo sono tre nomi di finzione cinematografica ma sono accostabili ciascuno a: Franco Giuseppucci detto "Er Negro", Enrico de Pedis detto "Renatino" e Maurizio Abbatino detto "Crispino".
La scena del sequestro e uccisione del Barone Rosellini riprende quello del duca massimiliano grazioli lante della rovere, che però finirà male. Per l'inesperienza nel campo, Giuseppucci e gli altri non riescono a gestire la situazione e devono chiedere aiuto ad un altro gruppo criminale (una piccola banda di Montespaccato), un componente del quale, per distrazione, si fa vedere in faccia dal duca, che per questo verrà ucciso.
bel lavoro finalmente qualcuno che mi da una mano a curare questa rubrica 